Il periodo tra gli anni '60 e '70 rappresentò un'epoca di radicale trasformazione per il cinema mondiale, un vero e proprio spartiacque che ne ridefinì forme e contenuti. Questo decennio fu segnato da una profonda crisi del sistema degli studios hollywoodiani, che faticavano a comprendere i gusti di un pubblico in rapido mutamento, e da un fermento di tensioni culturali e sociali senza precedenti. I movimenti giovanili, la lotta per i diritti civili, l'onda lunga della contestazione del '68 e il trauma collettivo della guerra in Vietnam generarono un clima di sfiducia nelle istituzioni e nei modelli consolidati, riflettendosi potentemente nell'arte cinematografica.
In questo contesto di rottura, emerse una nuova generazione di autori che rifiutò categoricamente le convenzioni della narrazione classica e del linguaggio cinematografico tradizionale. Figure come Stanley Kubrick (con opere visionarie come 2001: Odissea nello spazio o la distopica Arancia meccanica), Jean-Luc Godard (pioniere della Nouvelle Vague con film come Fino all'ultimo respiro) e Pier Paolo Pasolini (che esplorò la dimensione mitica e critica della società italiana in film come Accattone o Il Vangelo secondo Matteo) furono solo alcuni dei maestri che osarono sfidare le regole. Essi introdussero e utilizzarono un linguaggio frammentario, con strutture narrative non lineari, salti temporali, finali aperti e una maggiore enfasi sulla soggettività dei personaggi e sull'introspezione psicologica. Il montaggio si fece più audace, la messa in scena più stilizzata o, al contrario, volutamente "sporca" per richiamare la realtà.
Il cinema, in questo decennio, si trasformò in un autentico specchio della controcultura che attraversava la società occidentale. I film iniziarono a trattare apertamente critiche sociali verso il consumismo, l'autorità, il perbenismo borghese e le disuguaglianze, spesso adottando un tono provocatorio e anticonformista. Espressero un forte desiderio di liberazione (sessuale, politica, individuale) e diedero voce a un diffuso senso di inquietudine esistenziale e di disillusione, riflettendo le ansie di un'epoca che aveva perso le sue certezze. Il successo di film come Easy Rider, che incarnava lo spirito ribelle e la ricerca di libertà, o il cinema di contestazione europeo, dimostrò che il pubblico era pronto ad accettare e a confrontarsi con narrazioni più complesse, ambigue e profondamente legate ai turbamenti del proprio tempo. Questo periodo gettò le basi per una maggiore libertà espressiva nel cinema futuro, aprendo la strada a sperimentazioni che continuano a influenzare la settima arte ancora oggi.